Ferrari è sinonimo di stile e di evoluzione, ma anche di tecnologia, ricerca e prestazione e da sempre è aperta alla collaborazione con le altre discipline sportive e con i loro atleti. Così, nell’ambito della collaborazione tra Ferrari, Coni e Federazione Italiana Tiro con l’Arco, tre atleti della nazionale sono venuti in visita a Maranello: si tratta di Mauro Nespoli, campione olimpico a squadre a Londra 2012 e argento a Pechino 2008, di Elena Tonetta e di Sara Violi.
Il particolare che fa la differenza. Per Nespoli non era la prima volta a Maranello mentre per le ragazze era il debutto in via Abetone. I tre però non erano in visita di cortesia ma impegnati nella preparazione dei due principali appuntamenti della stagione: i giochi europei di Baku, a giugno, e soprattutto i Mondiali di Copenhagen di fine luglio. La Violi spiega l’obiettivo della giornata: “Ferrari, avendo una grande tradizione tecnologica e sportiva, ha una enorme esperienza nei materiali compositi. Nelle gare di tiro con l’arco il materiale è standardizzato e così gli ambiti in cui lavorare per la messa a punto del materiale sono piuttosto ristretti. Uno di questi è l’impugnatura che è in carbonio e deve essere fatta su misura per la mano di ciascun atleta. Ogni arciere cambia in media in arco all’anno e ogni arco necessita di un’impugnatura personalizzata”.
Similitudini. Il carbonio, dunque, materiale chiave in Formula 1, è uno dei denominatori comuni di arco e automobilismo di vertice. Ma secondo gli atleti azzurri le affinità non finiscono qui. “La cura spasmodica per i dettagli è un elemento in comune tra noi arcieri, la Formula 1 e tutte le vetture Ferrari, che ha fatto della perfezione il proprio tratto distintivo. Per questo la collaborazione con Maranello è così importante per noi”. L’esperto Nespoli invece pensa al suo sport e al mestiere di pilota: “Io sono da sempre un tifoso Ferrari e adoro le vetture di Maranello, così sportive ed estreme. Così ho notato che, pur tra mille differenze, uno degli aspetti che ci accomuna ai piloti è la concentrazione insieme alla reattività. Un pilota ripete un numero incredibile di giri di pista ottenendo più o meno sempre lo stesso tempo perché è concentrato, noi facciamo lo stesso con le frecce. Inoltre un pilota nella sua mente visualizza sempre un gran numero di situazioni potenziali che si possono presentare, in modo da sapere come farvi fronte. Noi facciamo lo stesso, nel tirare una freccia a 70 o 90 metri di distanza, su un bersaglio di 12 centimetri, calcoliamo il vento così come l’influenza che possono avere la pioggia o altri agenti atmosferici”.