Lewis Hamilton riduce il distacco da Nico Rosberg a 19 punti vincendo in Messico, a una settimana dal successo di Austin. Nel giorno in cui il tedesco avrebbe potuto diventare Campione se il compagno di squadra fosse arrivato dal 10° posto in giù, Hamilton tiene aperto il Campionato anche per il prossimo appuntamento in Brasile, vincendo il 51° GP che lo porta alla pari con Alain Prost. Ed è anche una gara da record per la Mercedes, primo team a vincere 17 gare in una stagione. Per Hamilton una gara tutto sommato “tranquilla”, a parte i brividi alla curva 1 subito dopo il via, quando p andato nell’erba tagliando la chicane. Ottimo secondo posto per Nico Rosberg, dopo un paio di duelli con la Red Bull di Max Verstappen. Il vantaggio per il Titolo resta nelle sue mani e per realizzare il sogno gli basterà vincere il GP del Brasile, tra due settimane.
E se sulle prime due posizioni finali tutto tranquillo (e come da copione…), da thriller la terza, con Max Verstappen alle spalle delle due Mercedes alla bandiera a scacchi e andato tranquillo fino al retropodio, per poi vivere un momento mai visto nella storia della F1, ovvero ha dovuto andarsene, cedendo il terzo gradino a Sebastian Vettel, dopo aver ricevuto una penalità di 5 secondi che l’ha fatto (giustamente) retrocedere in 5° posizione.
In effetti il finale della gara è stato piuttosto movimentato e ha messo a dura prova le coronarie dei ferraristi… Dopo una manovra su Rosberg che l’ha costretto a uscire di pista, venuto meno il tentativo di puntare al secondo posto, Verstappen si è ritrovato sotto attacco da parte di Vettel, la cui gara ha avuto una svolta dopo il primo lunghissimo stint sulle soft. Su pneumatici più freschi, il tedesco della Ferrari ha cercato di superare la Red Bull alla curva 1, ma Verstappen è andato largo tagliando sull’erba la chicane, conservando la posizione sulla Ferrari. Il muretto gli ha detto immediatamente di cederla, ma l’olandese ha deciso di andare avanti fino al traguardo, mandando in bestia Vettel, oltretutto sotto attacco da parte della seconda Red Bull di Daniel Ricciardo, con i due che si sono anche toccati proprio nelle fasi conclusive.
Verstappen ha quindi chiuso terzo e si è diretto tranquillo nel retropodio, mentre Vettel ha parcheggiato la sua Ferrari furibondo. Ma i commissari hanno reagito nel tempo di uno spot, dandogli una penalità di 5 secondi. Da quel momento una successione di immagini mai viste, con l’addetta stampa di Vettel che lo avvisa, gli abbracci con Arrivabene e poi la corsa fino al retropodio, con Hamilton e Rosberg basiti, prima vedendo andar via Verstappen e poi vedendo arrivare Vettel. Il cui podio – anche se non cambia granché le sorti di un Campionato a due gare dal termine – fa comunque morale e ripaga squadra e tifosi di tante, troppe delusioni.
Tornando alla classifica finale della gara, a chiudere la top 10 la Ferrari di Kimi Raikkonen, 6°, anche lui protagonista di una gara combattuta, con duello finale per la posizione con la Force India di Nico Hulkenberg, 7° dalle Williams di Valtteri Bottas e Felipe Massa e dal pilota di casa Sergio Perez. Per quanto riguarda la classifica Costruttori, Mercedes a quota 679, seguita dalla Red Bull a 422, dalla Ferrari a 370, dalla Foce India a 145 e dalla Williams a 136.
Nella lotta per il Campionato Piloti, invece, a Rosberg basteranno due secondi posti in Brasile e ad Abu Dhabi per diventare per la prima volta Campione (19 i punti di vantaggio con 50 ancora sul tavolo). Obiettivo per il tedesco gestire la tensione, mantenere i nervi saldi e puntare alla vittoua a San Paolo tra due settimane, per evitare di arrivare a giocarsi tutto nell’ultimo round. Ma c’è da scommettere che Hamilton ed Ecclestone non ci tengono affatto…
Per finire, una parola sullo splendido spettacolo offerto anche quest’anno dal GP del Messico: il settore dello stadio è sempre da urlo e il tifo appassionato e colorato. Un bene per la Formula 1.
Barbara Premoli
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