Partito dalla pole Lewis Hamilton ha vinto il GP di Spagna, secondo successo consecutivo dopo quello di Baku e 64° in carriera, che lo vede conquistare anche altri record: è infatti l’unico pilota
a essere arrivato a punti per 30 gare consecutive e quello che ha vinto più volte dalla pole. Dietro di lui sotto la bandiera a scacchi il compagno di squadra Valtteri Bottas e il pilota della Red Bull Max Verstappen, seguito dalla Ferrari di Sebastian Vettel, in una giornata decisamente no per Maranello, visto il ritiro nel giro 27 di Kimi Raikkonen, che ha perso potenza quando era 3° e la doccia fredda di un 2° posto che al pitstop si è trasformato in 4° per il tedesco.
Una gara in cui i 66 giri non sono certo stati noiosi, a partire dal via, con Hamilton che ha preso il comando dalla pole e Vettel che ha passato Bottas, seguito da Raikkonen. Sembrava tutto tranquillo ma alla curva 3 ci ha pensato Romain Grosjean a movimentare le cose, finendo in testacoda, causando un sacco di fumo e andando a colpire la Renault di Nico Hulkenberg e la Toro Rosso di Pierre Gasly. Un incidente pericolosissimo, ancora inspiegabile e che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi dei danni alle monoposto. Impressionante l’immagine dalla Williams di Sirotkin, con il russo che si trova davanti un muro di fumo e intelligentemente si ferma quasi, ritrovandosi poi davanti ogni genere di carcassa e detrito. Vedremo se la FIA (che ha convocato pilota e team alle 17.30) prenderà delle misure contro il francese della Haas, che nel weekend ha fatto innumerevoli uscite, troppe. E Antonio Giovinazzi è lì… pronto per Monaco.
Il momento che ha deciso tutto è stato però il secondo pitstop di Vettel, quando è stato richiamato per montare un nuovo set di medie (non si è capito perché non le soft, anche se un set usato, anche perché nelle libere la Ferrari non aveva fatto long run con le mescole a banda bianca). Una sosta di ben 5″6, per un problema alla posteriore destra, che l’ha visto tornare in pista quarto, da secondo che era, alle spalle di Verstappen. E per la Ferrari non c’è più stato modo di recuperare. Cosa che contrasta nettamente con le prestazioni ravvicinatissime in qualifica.
Hamilton ha chiuso con un vantaggio di 20 secondi su Bottas (quasi 27 su Verstappen, 27,5 su Vettel, 50 su Ricciardo), conquistando la prima doppietta Mercedes della stagione, importantissima perché porta il team in testa al Costruttori con 153 punti contro i 126 della Ferrari e gli 80 della Red Bull, che completa la giornata con il quinto posto di Ricciardo, seguito dall’ottimo 6° posto della Haas di Kevin Magnussen. A proposito di Red Bull, piccolo brivido per Verstappen, che nel giro 47 ha dato una toccata alla Williams di Stroll, rovinando alcuni elementi dell’ala, cosa che però non ha rallentato la marcia verso il terzo gradino del podio, il primo della stagione per l’olandese. Un solo dubbio: il pezzo è rimasto lì per un po’, poi è volato via… e se qualcuno l’avesse beccato in testa l’Halo sarebbe servito a ben poco.
Gara positiva per i piloti di casa, con Carlos Sainz 7° con la Renault e Fernando Alonso 8° con la McLaren e protagonista di una serie di splendidi sorpassi che hanno fatto saltare di gioia il bambino suo tifoso che ha invitato ai box (e chissà invece i lacrimoni a casa del piccolo fan di Raikkonen…). A chiudere la zona punti la Force India di Sergio Perez che ha superato proprio nelle fasi conclusive la Sauber di Charles Leclerc. Per quanto riguarda la classifica Piloti, Hamilton allunga e si porta a 95 punti, con Vettel a 78, Bottas a 58 e Raikkonen a 48. Le prime parole di Hamilton dicono tutto di questa gara: “La doppietta si deve alla decisione del team durante la gara. Hanno deciso di fermarsi durante la VSC e noi no, quella è stata la decisione giusta, davvero reattiva e in quel modo abbiamo portato a casa la doppietta. Una giornata speciale. Ci sono ancora cose da migliorare ma questa è stata la gara in cui mi sono sentito più vicino alle prestazioni dello scorso anno”. Tutto dovuto a quei 0,4 mm di battistrada in meno?!?
Barbara Premoli