Era il 10 giugno 1907 quando, alle ore 8.00 del mattino, prese il via la Pechino-Parigi, da sempre la più grande e prestigiosa corsa automobilistica.
L’Italia era rappresentata dal Principe Scipione Borghese affiancato dal giornalista del Corriere della Sera Luigi Barzini e dallo chauffeur Ettore Guizzardi, che partecipavano al volante di una Itala 35/45 HP di 7.433 cc equipaggiata con pneumatici Pirelli. Dopo 16.000 chilometri di strade impervie e sconosciute, più adatte agli zoccoli dei muli che alle route delle allora innovative automobili, furono proprio Borghese-Barzini-Guizzardi a portare il tricolore sul gradino più alto del podio segnando una vittoria che è scolpita di diritto negli annali della storia non solo automobilistica.
112 anni dopo la sfida si rinnova: la Ferrari 308 Gt4 di Rossocorsa pilotata da Giorgio Schon ed Enrico Guggiari è in assoluto la prima vettura del Cavallino che affronta la massacrante maratona che va da Pechino a Parigi. Nessuno aveva mai provato prima d’ora a portare una Granturismo di Maranello, oltretutto d’epoca, in un’avventura un po’ pazza per quasi metà giro del mondo con medie orarie difficili addirittura per le auto moderne, su piste, tratturi, sterrati, asfalti improponibili e con condizioni che vanno dal secco del deserto alle piogge torrenziali, e con l’aggiunta di prove di velocità pura: la Peking to Paris è la sfida di guida più lunga e più dura del panorama di gare per auto d’epoca e classiche.
Presentata in anteprima nello showroom di Rossocorsa a Milano, in presenza del main sponsor Riva e di Liqui Moly, Pirelli, Larusmiani e Autoluce, la Ferrari 308 Gt4 che affronterà dal 2 giugno al 7 luglio prossimi gli oltre 14.000 chilometri della 7^ Peking to Paris 2019 è curata direttamente da Rossocorsa, concessionaria ufficiale Ferrari e Maserati, prendendo numerosi spunti dall’enorme bagaglio di esperienza maturato sulle Ferrari 308 GTB gruppo 4 da rally preparate da Michelotto sul finire degli anni settanta. Le attività per l’allestimento della Ferrari 308 Gt4 di Rossocorsa sono iniziate nel mese di aprile 2018 e si sono concluse a fine febbraio 2019. In questi dieci mesi di incessante lavoro la vettura è stata completamente smontata, eliminando tutti gli elementi non funzionali al progetto e ottenendo un risparmio di peso di oltre 200 kg.
Negli spazi svuotati sono stati ricavati dei vani per alloggiare le sacche con i pezzi di ricambio e gli effetti personali dei piloti. Tutta la struttura è stata poi ampiamente rinforzata e irrigidita in funzione dell’impiego su strade sterrate e su asfalto accidentato, mentre l’abitacolo è stato protetto con un robusto roll-bar a gabbia avente parzialmente funzione portante e la meccanica incapsulata e riparata da una slitta sotto-scocca in avional dello spessore di 1 cm. Particolare attenzione è stata rivolta all’assetto, capace di sopportare le più dure sollecitazioni trasmesse dalle numerose buche e asperità del terreno. Per la gommatura si è optato per Pirelli CN 36 di misura 205/70R14 per asfalto e Pirelli Scorpion 205/75R15 per gli sterrati, che hanno anche il compito di aumentare l’altezza da terra della vettura sulle strade più difficili. Sul tetto trova posto una seconda ruota di scorta, a scanso di forature non infrequenti soprattutto sulla dura terra della Mongolia. Per la colorazione la scelta obbligata è caduta sul rosso Ferrari (che qui vogliamo chiamare “rossocorsa”) con lo stacco del tetto bianco, come sulla vettura gemella che all’epoca disputò la 24 Ore di Le Mans, con l’aggiunta della fascia tricolore sul musetto.
L’idea della Ferrari 308 Gt4 per la partecipazione alla Pechino-Parigi nasce dalla volontà di far vivere alla marca di Maranello un’esperienza inedita in un ambito completamente sconosciuto al suo DNA di auto sportiva derivata dall’esperienza delle competizioni su pista. A livello tecnico le motivazioni sono indotte dalle notevoli doti dinamiche e dalla guidabilità della vettura, aggiunta alla comodità d’uso che, grazie ad un discreto bagagliaio ed agli spazi posteriori, permettono lo stivaggio dei pezzi di ricambio e del bagaglio dei piloti. Va detto infatti che alla Peking to Paris è vietato qualsiasi tipo di assistenza con mezzi dedicati, per cui ogni equipaggio, in caso di panne, deve arrangiarsi da sé con le attrezzature disponibili sul veicolo.
Personaggi eclettici, da sempre votati alle competizioni automobilistiche, Giorgio Schon ed Enrico Guggiari contano, unendo le rispettive partecipazioni in gare in pista e rally su strada, oltre un migliaio di presenze in mezzo secolo passato sui campi di gara di tutto il mondo. La Pechino-Parigi 2019 è una sfida, una “Pazza Idea” (per dirla alla… Patty Pravo) nata dalla convinzione di poter affrontare una delle gare più dure al mondo con una vettura progettata e costruita per un impiego che non è neppure il più lontano parente dei tratturi e degli sterrati che caratterizzano oltre tre quarti della maratona lunga metà della circonferenza della terra. Giorgio Schon ed Enrico Guggiari rinverdiranno i fasti dell’epica impresa del 1907 che portò Scipione Borghese, Luigi Barzini ed Ettore Guizzardi sul gradino più alto di quella prima edizione che fu seguita con ansia da tutto il mondo. All’epoca Barzini fu l’inviato ufficiale del Corriere della Sera e 112 anni dopo la storia si ripete: Schon e Guggiari, nei momenti in cui non saranno occupati a tenere in mano il volante, afferreranno “penna e calamaio” per raccontare in diretta l’avventura della Pechino-Parigi come inviati speciali del Corriere Motori. Le “notizie dall’abitacolo” verranno pubblicate anche sul digital magazine www.pirelli.com e sulle pagine social Rossocorsa www.facebook.com/RossocorsaSocial e www.instagram.com/rossocorsa che ogni sera raccoglieranno in diretta le impressioni dell’equipaggio.
Redazione MotoriNoLimits