Passando in edicola, ci cade l’occhio sulla prima pagina di Libero e ci scappa una risata, sonora, non “mentale”. L’edicolante dice che da quando l’ha visto si fa domande. E di colpo nasce un dibattito animato e interessante con altri clienti presenti in negozio. “Ma come? Ce la menano tanto con l’elettrico, tutti sollevano la questione smaltimento batterie, senza parlare di quanto costano le auto elettriche che poi non sai dove ricaricare e questo qui se ne esce con questa intervista? Qualcuno ci sta prendendo in giro, come sempre“. Come replicare se non con un assenso? Hanno ragione, su tutti i fronti. Senza contare che, dopo aver distrutto il mercato dei diesel facendoli passare come causa di tutti i mali, adesso leggiamo che “una vettura elettrica produce più polveri sottili di un diesel Euro6“. Ma giura… in fondo sarebbe bastato informarsi, o ascoltare le associazioni a partire dall’UNRAE che lo sostengono dal primo giorno, invitando a informarsi, prima di sparare a zero e portare le conseguenze cui l’industria è arrivata. Dichiarazioni che già lascerebbero basiti se arrivassero da un politico qualunque, ma dal presidente dell’ACI stordiscono. Eppure ci tiene tanto al business della Formula E a Roma… un po’ in contrasto, non credete?
Le considerazioni che ci vengono sono le seguenti: hanno contribuito a distruggere il mercato dell’auto attaccando immotivatamente i diesel; se ne fregano di bloccare mezzi vetusti e soprattutto camion che sparano fumi neri come la pece; non fanno granché a livello nazionale – per usare un eufemismo – per favorire incentivi che inducano la gente a cambiare auto (le iniziative sono lasciate alle singole Case); ce la stramenano con l’elettrico e adesso inquina di più e quindi sparano pure su questo?!? Non chiediamo molto, ma un minimo di coerenza sì, soprattutto da parte del presidente dell’ACI. Lo stesso che in occasione del Giro d’Italia ha lanciato la campagna #rispettiamoci per sensibilizzare sulla tutela degli utenti più deboli della strada, ciclisti, motociclisti e pedoni, adesso invita i vigili a multare i ciclisti indisciplinati: magari! Sarebbe ora, peccato che gli automobilisti e i pedoni paghini sempre per il menefreghismo di chi va dove vuole, passa col rosso, va contromano, svolta senza segnalarlo, viaggia a manetta sui marciapiedi e se non ti sposti ti lancia pure insulti. E, se per disgrazia ne investi uno mentre sei in macchina, la colpa è sempre e comunque dell’automobilista, anche se la vaccata l’ha fatta la povera vittima a pedali.
Presidente, facciamo un po’ d’ordine, sarebbe il momento. Ah… notizie del rinnovo del contratto per il GP d’Italia a Monza? Ancora niente? Sempre “intesa di massima” ma niente firma? #rispettiamoci, presidente, ma lei rispetti tutto il mondo che ruota attorno all’auto, utenti, addetti ai lavori, associazioni, Case, industrie, indotto, come ci si attende dall’Automobile Club d’Italia. Perché ci sono in ballo soldi e posti di lavoro, non caramelle.
Barbara Premoli