Corsi e ricorsi storici. Oggi siamo abituati ormai (purtroppo) ai piloti di F1 che hanno il proprio numero personale. Hamilton, anche da campione del mondo, rifiuta di esporre infatti il numero 1 che gli spetterebbe di diritto per regolamento, per tenersi il numero 44 con il quale adorna tutto il merchandising possibile. C’era un tempo in cui, però, il pilota campione del mondo il numero 1 lo sfoggiava eccome, portandolo nella scuderia per cui guidava nel successivo campionato. Il numero 1 del campione del mondo aveva priorità sulla numerazione del campionato costruttori.
Con Alain Prost ritirato a fine 1993 da campione del mondo, il numero 1 per la stagione 1994 non poteva essere esposto sulle monoposto in griglia. Successe praticamente la stessa cosa del 1993 con Hill che si prese il numero zero perché, ritiratosi Mansell, il numero 1 andava appunto in sordina. Hill divenne Capitan Zero, avendo sfoggiato tale numero tra il 93 e 94. Curioso però riscoprire che, per il 1994, il numero zero doveva in realtà portarlo in gara Ayrton Senna. La Williams infatti iscrisse nel Mondiale Ayrton con tale numero. Senna stesso si disse d’accordo e la cosa piaceva anche a Bernie Ecclestone, perché era un dettaglio molto distinguibile anche per le TV. Purtroppo però la Rothmans, marchio tabaccaio dell’epoca del team inglese, aveva fatto preparare tutto il merchandising e la pubblicità di Ayrton con il numero 2 e non ci fu tempo per rifare tutto. A quel punto la Williams chiese a Max Mosley durante il consiglio mondiale FIA di poter cambiare numero, prima dell’inizio del mondiale, in Brasile. Lo scambio di numeri a pochi giorni dall’inizio del Mondiale 1994 del team Williams non fu il solo. In Larrousse infatti Comas si riprese il numero 20 che doveva essere destinato al compagno Beretta.
Inoltre, curioso da far notare che la Tyrrell, indipendentemente dalla posizione del campionato costruttori in quegli anni, fino al 1995 si teneva stretto sempre il numero 3 e 4 per motivi storici. Con il 3 che nel caso andava ai piloti giapponesi, Nakajima prima, Katayama poi, perché lo spelling del numero 4 in giapponese vuol dire “morte”. Ultimo cambiamento di nota per il numero 1 riguarda il 1985. Con Lauda out dal GP di Brands Hatch, John Watson prende non solo il suo posto come sostituto, ma porta anche in gara il numero 1 da campione del mondo che era di Niki.
Riccardo Turcato